Alla scoperta di...

Se aspetti un bambino l’alcol può attendere

Sono mamma di due bambine e durante entrambe le gravidanze non ho mai pensato troppo sul serio al problema dell’assunzione dell’alcol.
Molte etichette di bevande alcoliche ormai riportano il simbolo della donna con pancione all’interno di un cerchio barrato che purtroppo lascia il tempo che trova e perché?

Perché vignette a parte, nessun ginecologo mi ha mai proibito di bere né tantomeno mi ha mai informata adeguatamente sul tema.
Non ho mai saputo quali fossero gli effetti collaterali sul feto e sul neonato derivanti dall’assunzione anche di minime quantità di alcool e pertanto, ho sempre applicato la regola del “buon senso”, bevendo nel Week end o nelle occasioni speciali il minimo indispensabile!

Quando sono stata invitata alla quarta edizione di ”se mi aspetti l’alcool può aspettare”, evento organizzato da Sigo in collaborazione con Assobirra per sensibilizzare, far conoscere e diffondere le problematiche legate all’assunzione di alcol in gravidanza, mi sono premurata di informare le organizzatrici del fatto che non abbia mai smesso totalmente di bere qualcosa seppur saltuariamente e in quantità minime.

Perfortuna l’incontro non era riservato solo alle astemie e, quindi ho avuto la possibilità di scoprire cose che ignoravo e che ora da felice astemia, sono contenta di poter condividere con voi.

Sono rimasta molto sorpresa dagli effetti dannosi che derivano dall’assunzione costante o meglio dall’abuso di alcool in questa fase delicata della vita di una donna. L’alcool è una sostanza teratogena e come tale è in grado di causare malformazioni anatomiche e funzionali all’embrione e al feto che possono rivelarsi anche a distanza di anni dalla nascita e che in alcuni casi richiedono visite specifiche da parte di specialisti.

Tra gli effetti teratogeni più comuni ci sono: aborto, natimortalità, anomalie anatomiche (dei tratti del viso, scheletriche, ritardo nella crescita, anomalie cardiache, del sistema nervoso, ritardi dello sviluppo psico fisico), disturbi comportamentali e disabilità intellettive per il nato. Tali effetti talora rientrano in una sindrome ben definita nota come “sindrome feto-alcolica” che si rileva con segni eclatanti e ben descritti; talora i segni sono più sfumati e richiedono la valutazione di un esperto affinchè vengano rilevati nel nato esposto ad alcool nella vita prenatale.

La cosa che mi ha fatto di più riflettere è stato il sapere che non esiste un quantitativo minimo di alcool la cui assunzione è considerata sicura e pertanto in assenza di evidenze scientifiche l’unica regola da seguire è l’astensione totale, senza far distinzione su quale tipologia di alcool si assume; sembrerà eccessivo ma anche un cioccolatino con cuore alcoolico è da evitare.

Il discorso non cambia in caso di allattamento.
Mi dispiace per chi crede che bere birra aiuti a produrre latte ma non c’è alcuna evidenza scientifica in tal senso… anzi, la cosa certa è l’Alcool passa attraverso la placenta e arriva al bambino allo stesso modo e alla stessa quantità della mamma che beve e se pensiamo che fino ai 14 anni i bambini non dovrebbero bere bevande alcoliche perché non hanno l’enzima per metabolizzarlo, ciò è sufficiente per capire quanto possa essere dannoso bere anche ”un goccio”.

Non c’è un modo o una soluzione per bere e per evitare che l’alcool non faccia male al neonato, non è vero che è possibile bere tot ore prima di allattare, non è vero che ci sono bevande alcoliche sicure o addirittura benefiche.

Spero che l’impegno di Sigo e Assobirra aiuterà a diffondere maggiormente queste utili informazioni. L’astensione dall’alcool in gravidanza deve diventare la regola per tutte le mamme pancine e tutti i dottori e il personale sanitario che entrano in contatto con le future mamme dovranno impegnarsi ad informare adeguatamente le gestanti.

Io stessa, penso a tutte le rinunce che ho fatto in gravidanza per paura che prendessi la toxoplasmosi, e se adeguatamente informata avrei rinunciato alle minime quantità di alcool così come ho fatto per gli affettati.

SE volete approfondire l’argomento trovate tutte le info sul sito www.seaspettiunbambino.it e www.sigo.it

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